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Mostra 2017-18: L'ultima Eredità dei Lega

01 Agosto 2017

Mostra didattica sull'arte africana dei Lega, Congo con assemblaggi di statue, maschere, proverbi e storie.

Uno dei “polmoni” del nostro pianeta è la foresta del Congo. In questa nazione dell'Africa centrale (la sua superficie è 8 volte l'Italia) si trova la seconda foresta pluviale del mondo, bagnata dal fiume Congo. C'è un'abbondanza di risorse naturali e un ecosistema tra i più ricchi di specie viventi.

Tam phot11cTra le 400 etnie che caratterizzano il Congo, i Lega (o Warega, Balega) sono considerati “i Signori della foresta”, e grazie al grande interesse di P. Gianandrea Tam (nella foto accanto, a sinistra), il museo d'Arte Cinese ed Etnografico ha inaugurato una mostra didattica intitolata “L'Ultima Eredità dei Lega”. Infatti, la collezione di P. Tam, custode di manufatti di arte africana, comprende assemblaggi di statuine, insiemi di maschere, in avorio, pietra, osso, e legno, che raccontano le storie più significative dei Lega.

Dopo un lungo e arduo cammino di amicizia riconosciuta e apprezzata, p. Tam si è prodigato per alleviare le sofferenze di questo popolo durante le continue guerre del Congo, raccogliendo oggetti tradizionali rituali e cari all'etnia Lega.


La Corda della Saggezza

Il percorso didattico inizia con la “Corda della Saggezza”: 26 formelle girevoli rivelano il proverbio e significato degli oggetti appesi alla corda. 

Tra il popolo Lega era uso tendere una corda nella casa comune, al centro del villaggio, per istruire i giovani. Sulla corda (fibre di liana) si appendono oggetti presi dal mondo vegetale e animale, oggetti della vita quotidiana, ma anche miniature di figure, utensili e strumenti vari. 

FR 8cOgni oggetto è associato a proverbi, detti, storie... per aiutare i giovani a identificare i principi di condotta morale e di saggezza. La corda è un libro, per apprendere e insegnare, per pensare e ragionare, per comunicare e esprimere le idee comuni.

Maschere e Statue Raccontano

La società del "bwami" del popolo Lega è una istituzione onnipresente, unificatrice e misteriosa, nel senso che viene presentata come “un frutto venuto dall’alto”. E' un'associazione gerarchica, con vari “gradi” che vengono celebrati con riti iniziatici, sempre più complessi, mano a mano che si accede ai gradi più alti. 

Poiché l’iniziazione (mpala) al "bwami" comporta l’uso di molti oggetti rituali, tutta la produzione artistica dei Lega è fatta in funzione di questa associazione. Durante i riti di iniziazione, i proprietari o i custodi di questi oggetti rituali li espongono in pubblico, in combinazione con musica, danze, drammatizzazioni e proverbi.

Questi oggetti, ed in particolare le maschere, sono “medium” che mettono in contatto l’umano col soprannaturale. In essi si rendono presenti gli antenati. L'insieme di questi oggetti Lega creano un rapporto vitale tra la realtà visibile e quella invisibile.

Storie di Bami e Kanyamwa

I molti visitatori del nostro museo hanno già apprezzato l’esposizione di oggetti di arte africana tradizionale. Con questa mostra, il museo propone alcuni assemblaggi di maschere e oggetti Lega, con brevi spiegazioni didattiche di storie raccontate dai Bami stessi.

RT 8cAnche queste storie, come le statue e le maschere, fanno incontrare la debolezza umana con la forza degli spiriti, sono simboliche e perciò deformano la realtà, e più che storie da ammirare, bisogna immaginarle vive ed incarnate nella realtà del Congo. 

Un racconto: Il Cacciatore e le Formiche Rosse. Un buon mattino, un cacciatore partì per la caccia, per fornire il pranzo della cerimonia. Prese molta selvaggina, ma non avendo compagni di caccia, la abbandonò sul posto e ritornò al villaggio. Alla domanda del padre “Che cosa hai portato a casa?”, lui risposte: “Oggi niente, ma domani vedrai! Li ho nascosti nella foresta. Nessuno può rubarmi quello che ho cacciato”.
Mentre padre e figlio parlavano, una formica rossa ascoltò il discorso, e corse ad avvisare le sue compagne, le quali si organizzarono a milioni verso il luogo dove erano gli animali uccisi. Il mattino seguente, il cacciatore con sua moglie e molti portatori partirono per recuperare il bottino, ma arrivati sul posto, furono accerchiati e attaccati dalle formiche rosse, e fecero ritorno al villaggio a mani vuote.
Il saggio padre consigliò suo figlio: “Ti avevo detto di non andare a caccia da solo, e di farti aiutare da qualcuno. Ma visto che la festa è iniziata, uccidi le nostre galline e capre”. Da quel giorno, i Bami consumano carne di animali domestici per le loro cerimonie.

Un giorno, 23 bami si riunirono e conferirono a P. Tam il titolo di “mwami”, cioè componente dei bami, perché hanno visto in lui un erede del loro mondo culturale, conferendogli il nome di “Colui che è attento alle parole dei bami”. Un dono significativo ricevuto nella cerimonia di investitura è stato un rampino / uncino, per realizzare il proverbio dei warega: “dove non arriva la mano, arriva l’uncino”.

È proprio questo il simbolo della funzione affidata a p. Tam: essere il tramite tra la cultura dei bami e l’Europa.


La Mostra "L'Ultima Eredità dei Lega" è aperta da Martedì a Sabato dalle h. 9.00 alle 14.00, per tutta la durata dell'anno scolastico.
Per scuole e classi, visite vanno prenotate e sono guidate. La tipologia degli spazi del Museo consente un apprezzamento ed una visione ottimali per gruppi non troppo numerosi (una 20ina di unità). Stessi orari di apertura. Contattateci al 0521-257.337.
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