Mostra sul mondo sciamanico dell'artista Gigi Borri, dal 12 nov. al 2 dic. al Museo d'Arte Cinese ed Etnografico.
Immagini, forme e colori per evocare alcuni aspetti delle culture sciamaniche tradizionali, le più antiche vie di esperienza del Sacro, un modo di vivere e custodire in armonia la Terra.
Ogni cultura sciamanica ha creato una varietà di modi e linguaggi per entrare in contatto con le parti profonde dell’uomo e degli “esseri” del mondo.
Mondo o mondi a più livelli e dimensioni dove tutto è vivo e in relazione, respiro del Mistero.
L’artista è come un minatore - scrive Eles Iotti nella presentazione del catalogo - che si inabissa talmente in se stesso per portare al giorno quei mondi di luce che non sono soltanto dell’ ”IO”, ma di tutta la tribù.
Ascolta, vede, vive, egli crede in una nuova religione che non avrà nome che servirà lo stesso a curare e consolare e a rendere la vita possibile.
La pittura di Borri è fuori dalle regole del gioco e dentro un continuo processo di mutamento imprevedibile, un cammino strabico a ritroso fatto di continue svolte che disvela spazi e mondi diversi al di là di ogni categoria razionale e fuori da qualsiasi concetto di stile.
L’artista è come lo sciamano sorgente di immagini che hanno la capacità di connettere il cielo con la terra, di ricucire lo spirito con la materia, di essere fonti terapeutiche di speranza quali tentativi oggettivi di riarmonizzare gli squilibri che si producono nel perfido gioco fra le forze della creazione e della distruzione.
Eles Iotti.
