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N° 5: Le Frecce e la Pesca

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La Terra è Madre

A cura di Silvia Bosio

La Terra è Madre:
non la si deve sfruttare né ferire.
La si deve invece lavorare 
con delicatezza e affetto.

Naturalmente, i Kayapò non distruggono la foresta, ma tagliano gli alberi, uno dopo l’altro, come seguendo la linea di un cerchio. Lasciano riposare le terre precedentemente lavorate, fino ad arrivare dopo anni al punto di partenza e ricominciare. 

Il rispetto dell’ambiente nel quale vivono e crescono richiede mille attenzioni e tanta responsabilità.

Il Ruolo dell’Uomo

L’uomo trascorre la maggior parte del giorno nella capanna centrale del villaggio, che è una specie di bar, di parlamento, dove si concordano le decisioni e si perpetuano le tradizioni del villaggio.

Significativa è l’alternanza di governo del villaggio Kayapò: la maggioranza governa durante la stagione delle piogge; la minoranza governa durante la stagione secca. Sempre. Senza le promesse della campagna elettorale. 

Altro compito dell’uomo è quello di governare lo spazio della foresta. L’uomo si esercita nella caccia, nella pesca, nella coltivazione della terra, nella cura e l’ornamento degli arnesi del proprio lavoro.

Lo Spirito della Foresta

L’uomo sa che ogni cosa, ogni animale possiede uno spirito: il Kayapò lo sa ed è proprio per questo che non potrà mai diventare un consumista, un uomo “dell’usa e getta… del mordi e fuggi”.

Quando un Kayapò individua l’albero da cui ricavare una bella canoa, interpella lo spirito dell’albero e gli chiede “Abbiamo bisogno di una canoa”.

Altrettanto importante per loro è fare il lavoro insieme, in spirito di solidarietà e considerare insieme che il primo frutto del lavoro sono l’uguaglianza e la gratuità, il rispetto per la foresta.

Da questi valori e convinzioni i Kayapò hanno tratto energia e forza per resistere ad ogni avversità, per 500 anni.

Il Ruolo della Donna

Il ruolo della donna è quello di governare lo spazio del cortile e della casa. Spetta alle donne la cura dei bambini piccoli, fino a quando raggiungono l’età dell’iniziazione.

Spettano alla donna la cura dei piccoli animali domestici, la preparazione del cibo, la tessitura, il lavoro della terra nella piantagione e quello del raccolto.

Gli strumenti più adoperati dalle donne sono i pennelli del colore, i pettini, le pentole. 

Ma il lavoro più prezioso compiuto dalle donne Kayapò negli ultimi 500 anni è stato quello di conservare la cultura del loro popolo di appartenenza.

Gli uomini, attratti dai guadagni facili promessi dalle imprese del legno e dai cercatori d’oro che invadono illegalmente l’area indigena, vengono facilmente imbrogliati con bottiglie di whiskey. I giovani, tentanti dal benessere, sono tratti in inganno da coloro che propongono scambi enormemente svantaggiosi: “Se mi cedi questo terreno, ti regalerò la scatola parlante che si chiama televisione”.

In questa generale crisi di identità, le donne sono quelle che hanno sempre tenuto duro: come sentinelle dell’aurora, esse non si sono lasciate convincere dalle chiacchiere e dalle seduzioni esterne. Bisogna riconoscerlo: la donna dona senso e continuità alle tradizioni. 

kay pesca2gIl Ruolo degli Anziani

I Kayapò sono vincolati con una lunga lista di tabù, che le tradizioni ancestrali impongono loro. Si sa che i tabù sono in pratica delle proibizioni. Tuttavia il popolo dei nostri amici ha trovato una scappatoia per salvare la libertà umana. 

Gli anziani hanno acquisito tanta saggezza e di conseguenza viene loro riconosciuta la libertà di sciogliere anche i tabù più minacciosi. Ad esempio viene loro affidato il compito strategico di preparare la carne nei grandi pranzi comunitari. Quando la carne viene a scarseggiare, loro sono autorizzati ad andare oltre i tabù.

Gli anziani si dedicano anche ai lavori con la paglia: sono abili maestri nel preparare cesti, amache, borse, tende.

Rivestono con disegni geometrici in bianco e nero gli attrezzi di lavoro e di pesca, quasi a ricordare ai più giovani che il lavoro è bello, è un’arte!

Il Gioco dei Bambini

I bambini, dal canto loro, godono di ampia libertà: giocano continuamente fino a quando giunge per loro il tempo dell’iniziazione. Da quel giorno in avanti, improvvisamente si devono mostrare capaci di responsabilità.

Giocano, ma i loro occhi sono come una macchina fotografica digitale ad alta fedeltà. Sono sempre in movimento per zummare tutto ciò che gli adulti fanno!


Per la Ricerca

Una provocazione estemporanea: Come i Kayapò, anche gli antichi abitanti dei nostri paesi sapevano contemplare il bello del lavoro: gli uomini ornavano i carri, le donne cantavano durante la spigolatura.

Prova a chiedere ai tuoi genitori come vivevano i loro nonni, come lavoravano, come mangiavano… e come si divertivano quando erano bambini.

Bibliografia:

“Kayapò: il popolo che venne dall’acqua”, ed. CSAM
“Kayapò: un popolo dell’Amazzonia, la sua vita, la sua cultura”, ed. Missionari Saveriani


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