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N° 1: Il Popolo che venne dall'Acqua

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Il “Mito” dell’Acqua

A cura di Silvia Bosio

Uno dei miti principali dei Kayapò si riferisce al tapiro, un animale dal pelo nero e corto che si muove nella foresta.

Si narra che, ai tempi dei tempi, le donne Kayapò si innamorarono, all’insaputa dei loro mariti, del tapiro, morfologia animale dell’Indio Bira.

I mariti Kayapò, feriti dalla gelosia, si vendicarono uccidendo il tapiro. Poi, lo fecero a pezzi e lo gettarono nel grande fiume. Le donne, allora, per punire i mariti e seguire l’amante, si gettarono nel fiume, trasformandosi in pesci.

Per recuperare le mogli, i Kayapò si tuffarono a loro volta nel grande fiume: riuscirono a trovarle e con molta fatica le pescarono una alla volta. Tornate sulla terra ferma, le donne riacquistarono forma umana.

L’espressione “i Kayapò, il popolo che venne dall’acqua”, può rifarsi a questo mito.

Il Mito del Grande Stagno

Un altro mito narra di due fratelli gemelli, Kukritwir e Kykrytakò, i quali ancora in tenera età, stavano per diventare preda del grande avvoltoio reale.

Per salvarli, il nonno raccolse i nipotini e si tuffò con loro nel grande stagno. Raggiunte le profondità dello stagno, li nascose dentro la cavità di un albero che cresceva sul fondo.

I bambini crebbero in quella cavità. Divenuti forti e robusti, riuscirono nell’impresa di uccidere il temibile rapace.

Altri uomini, affascinati dalla loro audacia, si unirono ai due valorosi fratelli e insieme formarono il popolo Kayapò.

Kay Acqua2GIl Significato del Mito

La parola “mito”, derivante dal greco “mythos”, significa “ racconto”. I miti sono, quindi, dei racconti, apparentemente molto semplici, per mezzo dei quali ogni popolo si dà spiegazioni sull’origine delle cose, degli esseri, dell’universo.

Tutti i popoli ricorrono al racconto mitologico per risalire alle origini della propria civiltà.

Ricca e famosa è la mitologia greca. Si dice che la “gente italica” discenda da Enea, sbarcato in Italia caricandosi sulle spalle il vecchio padre Anchise e tenendo per mano il giovane figlio Ascanio.

I miti dei Kayapò si richiamano ad un rapporto particolare con l’acqua.

Sarebbe interessante ricercare a quali miti la popolazione di Parma fa riferimento per riconoscere le proprie origini.

L’acqua: un Bene Inestimabile

Caldo e siccità al nord, bufere di neve al sud. Tutti i Paesi del Mediterraneo si chiedono se non siano questi i prodromi di un rovesciamento atmosferico rispetto al mondo in cui siamo cresciuto e viviamo.

L’acqua è un bene comune, patrimonio vitale dell’umanità e dell’ecosistema. Tutti possiamo lottare contro la siccità con piccole, ma tanto utili, azioni di vita quotidiana: ridurre il consumo dell’acqua, monitorarne e ottimizzarne l’uso, non inquinarla.

Qualche tempo fa, il vicepresidente della Banca Mondiale, Ismail Serageldin, ha dichiarato che “se le guerre del secolo scorso sono state combattute per il petrolio, quelle del secolo prossimo avranno come oggetto del contendere l’acqua”.

Nell’anno 2000, sono morti 1.300.000 bambini in tutto il mondo per malattie collegate alla cattiva qualità dell’acqua.


Per la Ricerca

La gente che abita la foresta amazzonica pratica già un uso razionale delle sue risorse. Il confronto con il “popolo che venne dall’acqua” ci induce a riscoprire, rispettare, custodire la tradizione che ha portato i nostri antenati, a vivere accanto ai fiumi, ad erigere argini, a tracciare navigli per l’irrigazione, a costruire barconi per il commercio, a favorire la pesca, a garantire l’utilizzo delle falde dell’acqua potabile. Siamo al corrente di progetti sull’uso dell’acqua?

Bibliografia:

“L’acqua cittadinanza attiva”, Autori Vari, 2003, EMI
“Manifesto italiano per il contratto mondiale sull’acqua”, Comitato italiano
“Acqua bene comune dell’umanità: strumento per l’educazione alla mondialità e la cooperazione tra i popoli”, ed. Cevi Udine
“Parole chiave per educare all’acqua come bene comune”, Cevi Udine


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