N° 4: Piercing e Tatuaggi

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Moda o Saggezza ?

A cura di Silvia Bosio

Sono sempre più numerosi i volti di amici e amiche che portano inciso un piercing. Il piercing rappresenta qualcosa di importante per molti giovani.

C’è chi lo pratica per imitazione; chi per protesta contro la società; chi per essere diverso; chi per attestare una appartenenza diversa; chi semplicemente per moda, come se si trattasse di un vezzo da mostrare in pubblico.

Anche in televisione, nel cinema, nella pubblicità, tra i cantanti, sono sempre più numerosi coloro che ostentano il loro piercing.

Uno psicologo ha richiamato l’attenzione sul piercing, affermandone la voluta simbolicità: legami incisi nella carne per contestare l’appartenenza alla cultura dominante e rendere visibile l’appartenenza ad una cultura diversa, a regole diverse da quelle a cui tutti fanno riferimento.

Anche i medici hanno alzato la voce: “Attenzione – hanno detto – i fori dei piercing possono provocare infezioni pericolose”.

Simboli della Saggezza

I Kayapò praticano il piercing da sempre, per sottolineare momenti importanti della vita del gruppo.

Da sempre conoscono le precauzioni da adottare per evitare i danni alla salute. Inoltre conoscono perfettamente quali sono le regole che assicurano loro il benessere e la felicità.

Al bambino appena nato vengono bucati i lobi delle orecchie e il labbro inferiore. Perché i fori non si richiudano, la mamma infila amorevolmente dei fili di cotone nei fori e li ingrandisce gradatamente, inserendovi piccoli tappi di legno ben levigati: a dodici mesi, il bambino ha nelle orecchie dei fori in cui si potrebbe infilare un legnetto di 2-3 cm di diametro.

La parte più importante del Corpo

Kay Tatuaggi2GIl piercing nelle orecchie viene fatto perché fin dalla più tenera età la persona cominci ad ascoltare, ad accogliere il mondo dentro di sé: le orecchie sono considerate la parte più importante del corpo dell’uomo e della donna, poiché dalle orecchie entrano le cose che li faranno diventare Kayapò, esseri umani, persone.

Quanto al piercing nel labbro inferiore, esso viene praticato perché per i Kayapò la bocca è un altro “luogo” di fondamentale importanza per la persona: da essa esce ciò che la farà diventare un Kayapò, una persona vera, uomo o donna che sia.

Peraltro, i Kayapò pensano che, se tutti abbiamo due orecchie ed una sola bocca, significa che dobbiamo ascoltare di più e parlare meno!

Dal piercing si passa poi, agli ornamenti corporali. Questo secondo intervento ha lo scopo di rendere il bambino forte e agile.

Dapprima, con delle piccole liane tenute ben strette, si provoca il progressivo ingrossamento e arrotondamento del muscolo del braccio e dei polpacci. Le liane vengono poi sostituite da anelli di perline colorate intrecciate con penne di arara, un pappagallo coloratissimo: anelli di perline attorno ai muscoli per manifestare quanto è bello il corpo umano.

I Riti di Iniziazione

Il processo di iniziazione dei Kayapò avviene al raggiungimento del dodicesimo anno di vita Le ragazze consacrano il passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza con una grande festa a cui partecipa tutta la comunità: durante la festa, esse ricevono i nomi mitici di donne del passato.

Per i ragazzi, invece, la festa prevede una prova di coraggio per dimostrare alla comunità che hanno lasciato alle spalle la fanciullezza e sono in procinto di diventare adulti.

Tutta la comunità si raduna in un luogo vicino al villaggio, dove è stato trovato un nido di vespe, alto anche due metri, appeso alla roccia ad una altezza di 8/10 metri.

I ragazzi sono chiamati a mostrare la loro resistenza al dolore. Adornati a festa, salgono con una scala di pali e vanno a rompere un pezzo di nido, ma non devono scacciare le vespe con le mani: sotto la scala, la mamma e la sorella allontanano gli insetti, agitando delle frasche.

L’iniziazione dei ragazzi prevede anche un’istruzione teorica che dura tre mesi: ogni ragazzo viene preso in custodia da un padrino, con il quale si trasferisce temporaneamente nella foresta. Partendo dai miti, i ragazzi si interrogano sul senso profondo della loro esistenza e imparano a cacciare.


Per la Ricerca

I giovani Kayapò si trovano come sospesi tra le tradizioni dei genitori e il benessere consumista dell’occidente: la tradizione ha costruito valori che pagano; il benessere consuma i valori.

E’ possibile fare un sitting ideale con i giovani Kayapò e confrontarci su cammini comuni che assicurino il futuro, non solo nostro, ma dell’umanità?

Bibliografia:

“Kayapò: il popolo che venne dall’acqua”, ed. CSAM
“Kayapò: un popolo dell’Amazzonia, la sua vita, la sua cultura”, ed. Missionari Saveriani



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