Collezione Kayapò

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I Kayapò abitano la foresta amazzonica, in un territorio grande più di un quarto dell'Italia e sono solo 4.000. "Kayapò" è il nome che altri hanno loro attribuito. Essi, da parte loro, si autodefiniscono "Mebêngôkre":"il popolo che venne dall'acqua".

Il villaggio Kayapó
Villaggio Kayapó

Vivono dispersi in 17 villaggi, ognuno dei quali è un'entità a sé. Costruiti in zone isolate, i villaggi Kayapò presentano, normalmente, una struttura circolare, con in mezzo la casa degli uomini, centro propulsore ed organizzativo di tutta la vita del villaggio. Il mito racconta che questo modello circolare del villaggio è stato copiato dalle arnie delle api selvatiche.

I Kayapò danno grande importanza alle diverse feste durante le quali rivivono, nel rito della danza e della gioia, il tempo degli antenati e della loro nascita come popolo. Durante queste stesse feste, "mostrarsi come gente forte e bella" (mereremex) è la cosa più importante

E' grazie alla passione di P. Renato Trevisan che tra questo piccolo popolo dell'Amazzonia ha vissuto - a oggi - circa 30 anni della sua vita, che il Museo raccoglie gli spettacolari ornamenti di piume di uccello, arte in cui questo popolo è ormai riconosciuto come uno dei più abili. Vi sono poi armi, utensili domestici di legno e paglia, giacché i Kayapò mai hanno sviluppato l'arte del ferro e della terracotta.

L'esposizione si propone di far conoscere gli aspetti più significativi di questa cultura: la pittura corporale, l'arte delle piume e gli oggetti di artigianato.

1. Pittura corporale

Ispirandosi a motivi derivati dalla fauna (le pelli o corazze di taluni animali), i Kayapò sono sempre dipinti nei colori rosso e nero, derivati dal mitico antenato Bepgorôrôtì. Dipingersi è insieme un segno di riconoscimento dell'individualità e di aggregazione al gruppo.

Kayapò, il Popolo che venne dall'Acquas
Vedi il Catalogo: Kayapò, il Popolo che venne dall'Acqua

2. Arte della piume

Nell'uso di ornamenti confezionati con piume di uccello, i Kayapò eccellono perfino nel confronto con altri popoli che fanno uso dello stesso materiale. Nel rispetto più rigoroso dell'ambiente e della fauna avicola, essi fabbricano circa 200 acconciature diverse, attraverso le quali esprimono alcuni dei valori più tipici della loro cultura: bellezza, individualità, appartenenza, senso della libertà. Lo spettacolo di colori creato da questi ornamenti portati durante le solenni celebrazioni è decisamente impressionante: è come se tutto un popolo mettesse le ali, per inseguire l'antico sogno umano di essere un uccello che può volare.

3. Oggetti di artigianato

Persino l'impiego della paglia e delle fibre vegetali che servono a costruire i loro poveri e sobri utensili domestici o ad ornare le armi, ha sempre quel tocco di estro che equipara l'oggetto ad un essere umano: un oggetto che ha bisogno di una seconda pelle (l'intreccio ornato), per poter anch'esso vivere e "manifestare le propria bellezza".

L'intera raccolta è costituita da oltre 500 pezzi, che fanno del Museo Etnografico di Parma una delle istituzioni europee più ricche dei manufatti di questo popolo.


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