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L’arte della Ceramica

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Prof. Nicoletta Celli

L'arte della ceramica attraversa l’intera storia della civiltà cinese, contrappuntandola con manufatti di rara bellezza di cui numerosi esempi sono qui in mostra.

Giara Periodo arcaico
Giara
Periodo Arcaico (3000-1900 a.C.)

Pur non essendo prerogativa cinese, la tecnologia della ceramica ha avuto in Cina uno sviluppo straordinario e ininterrotto, che si manifesta già con grande varietà a partire dal Neolitico nelle diverse tipologie della ceramica rossa, bianca e nera prodotte dalle numerose culture all’origine della civiltà cinese. 

Il grès, la ceramica cotta ad alta temperatura e invetriata, fu una delle prime invenzioni a segnare il lungo percorso. La novità risale all’Età del Bronzo e si colloca nell’area strategica del basso corso del Fiume Azzurro, corrispondente agli odierni Jiangsu meridionale, Zhejiang settentrionale e Jiangxi settentrionale. 

Giara a quattro anse
Giara a quattro anse
Dinastia Qi meridionale

Dalle fornaci di quest’area proviene il grès a invetriatura verde, più familiarmente conosciuto in Occidente con il nome di céladon, definizione che si applica più estesamente alle ceramiche cotte ad alta temperatura e contraddistinte da una vetrina il cui colore può comprendere tutte le sfumature del verde e dell’azzurro a prescindere dal luogo di produzione (come, per esempio, gli esemplari Yaozhou e Longquan in esposizione).

La produzione di grès a invetriatura verde si è sviluppata in un arco temporale molto ampio durante il quale numerosi furono i progressi tecnici che portarono alla produzione di una ceramica resistente, impermeabile e dal colore verde che richiama evocativamente la giada, per i cinesi il più prezioso dei materiali.

Vaso hu
Giara a quattro anse
Dinastia Qi meridionale

Intorno al I secolo a.C., all’epoca della dinastia Han, nella Cina settentrionale si diffonde l’uso dell’invetriatura piombifera, un’altra innovazione foriera di grandi sviluppi nei secoli successivi.

La produzione di oggetti di terracotta ricoperti da vetrine dal colore brillante era destinata alla tomba e comprendeva forme ispirate ai vasi di bronzo, figure umane di attendenti, soldati, danzatrici, musicisti, come pure modellini di abitazioni, torri di guardia, porcili, pozzi e granai. Il ricorso a questo tipo di vetrina, che grazie all’aggiunta di ossido di piombo fonde a una temperatura intorno agli 800°, consentiva di risparmiare tempo e combustibile.

La sua apparenza liscia, brillante e ben aderente al corpo dell’oggetto erano requisiti assai apprezzati.

Vaso con bocca a vassoio
Vaso con bocca a vassoio
Dinastia Tang

La colorazione delle invetriature era ottenuta mediante l’aggiunta di ossidi metallici (ferro, rame e cobalto) che durante la cottura in atmosfera ossidante davano origine a vetrine monocrome (rispettivamente, marrone in diverse gradazioni, verde e blu).

Tra queste, l’invetriatura verde era la più diffusa in epoca Han.

Durante la dinastia Tang, la combinazione di diverse tinte di vetrine piombifere lasciate colare sul medesimo oggetto caratterizza la ceramica sancai (“tre colori”), prodotta al nord e contraddistinta da brillanti contrasti cromatici.

Le ceramiche erano sottoposte a doppia cottura (una per il corpo ceramico e l’altra per l’invetriatura) e avevano una destinazione prevalentemente funeraria.

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